giovedì 7 dicembre 2017

Creta, la storia...


Creta, pur essendo un' isola greca, rappresenta di per sé quasi una nazione a parte. 
Assomiglia al resto della Grecia solo per pochi particolari, ma l'unione alla terra di appartenenza è stata fortemente voluta, con guerre, rivolte, sabotaggi e atti eroici. 


A Creta non c'è la dedizione esclusiva al turismo, come si ritrova in quasi tutte le isole dell'Egeo. Questo nonostante ci siano spiagge incredibilmente belle e gran parte delle coste siano invase dai turisti per tutto il periodo estivo.


L'entroterra è spesso aspro e poco accessibile. Grazie a tre consistenti ammassi montuosi che rendono difficile spostarsi, l'entroterra è rimasto abbastanza isolato e l'agricoltura è spesso la principale fonte di sussistenza per queste zone.


E lo spirito del popolo cretese, forgiato da eventi cruenti, rimane ancora forte e fiero. E credetemi, per combattere con orde di turisti spesso invadenti e irrispettosi ce n'è veramente bisogno.

Creta, come detto, è un continente a parte. Le origini del popolo, secondo recenti studi, risalgono alla Mesopotamia; antichi esploratori giunsero da quelle terre già civilizzate e fondarono su quest'isola una nuova comunità, i cui resti meravigliarono intere squadre di archeologi.
L'evoluzione raggiunta da una popolazione che, in realtà, apparteneva all'Età del Bronzo non aveva pari in tutto il mondo allora civilizzato. Opere imponenti come palazzi che si sviluppavano su diversi piani, ma anche suppellettili decorate e un impianto fognario evolutissimo erano le importanti innovazioni che, proprio da Creta, si prestavano ad "invadere" il continente.

La Storia




Sembra strano, ma uno dei capitoli più importanti della storia di Creta ha avuto luogo meno di 100 anni fa. Tutto iniziò quando l' archeologo Sir Arthur Evans, sull'onda dell'entusiasmo per quanto lo scavo  del palazzo di Cnosso stava rivelando, credette di trovarsi al cospetto di un enorme labirinto. 

Questa "facile" deduzione era dovuta al colpo d'occhio che le mura perimetrali di migliaia di sale suggerivano. Evans ne dedusse che si poteva trattare solo del labirinto che aveva tenuto prigioniero il Minotauro e l'enorme palazzo non poteva che essere la dimora del Re Minosse. Da questa (errata) deduzione l'archeologo attribuì a questa civiltà il nome di "Minoica", come la conosciamo. In realtà non si è mai riuscito a scoprire come venissero chiamati gli abitanti di Creta.

Di certo c'è che questa civiltà, benché abitasse Creta già dal neolitico, si sviluppò rapidamente 2.000 anni prima di Cristo. L'uomo e la donna erano investiti di uguale importanza all'interno della società, tant'è vero che nei dipinti (affreschi o vasi che siano) le figure femminili ricoprono gli stessi ruoli degli uomini. Solo questo dettaglio mi fa pensare che i Minoici sono stati una delle società più evolute mai esistite.
La civiltà minoica sviluppò la scrittura, dai reperti ritrovati ne esistono ben 3 varianti. Probabilmente veniva utilizzata per la gestione delle merci nei palazzi di potere e poi venne esportata in tutta la Grecia.

L'enorme sito del palazzo di Cnosso si trova a pochi chilometri dalla capitale Heraklion.
Effettivamente le dimensioni di questo palazzo sono impressionanti e l'idea che si trattasse di un enormi labirinto è tutt'ora suggestiva.
Studi archeologici recenti tendono ad indicare Cnosso come un grande centro di potere. L'enorme palazzo venne costruito a più riprese poichè subì diverse distruzioni: per mano dei Dori, dei Micenei e a causa di violenti terremoti.
Non è chiaro se a capo ci fosse un Re (come ipotizzato da Evans) o un governatore eletto dal popolo, fatto sta che un'ala del palazzo era dedicata alle sale "nobili".
Tutti gli edifici si affacciano intorno ad un enorme cortile centrale, che fungeva da luogo di incontro e dove, probabilmente, avvenivano le contrattazioni, gli scambi, gli accordi.

In ogni palazzo minoico c'è una zona adibita a magazzino, dove venivano conservati grano e altri prodotti in enormi "Pithoi", vasi in ceramica tipici della cultura minoica.
Altre aree del palazzo erano utilizzate per il culto, con la presenza di numerosi templi dedicati alle divinità, e alle botteghe artigiane.
Un palazzo di queste dimensioni e con un'organizzazione simile era la struttura alla base di una società molto evoluta e normalmente, nella zona circostante, si venivano a formare delle vere e proprie città.




Un suggerimento fondamentale per la visita di Cnosso: in alta stagione è consigliabile arrivare prima delle 10. L'afflusso di turisti è enorme e la visita al sito, sotto il caldo cretese, può diventare faticosa.

A 40 chilometri di distanza da Heraklion, verso est, si incontra un altro sito archeologico del tutto simile a quello di Cnosso. Si tratta del palazzo di Malia.
Tutto il palazzo si sviluppa intorno al classico cortile centrale, aree adibite all'adorazione degli dei, magazzini e botteghe artigiane. Non manca l'imponente ala di rappresentanza con un' ampia scalinata che scende ai piani nobili, più nascosti al calore estivo e al rumore.
La particolarità di Malia rispetto a Cnosso è l'estesa zona residenziale che si sviluppa a poca distanza dal palazzo. Sotto una copertura moderna sono riconoscibili le case e le vie intorno alle quali si articolava l'abitato. A conferma del fatto che il palazzo era il fulcro della comunità minoica.





















Anche a sud di Heraklion il sito archeologico di Festo ricalca in tutto e per tutto i due siti precedenti, un enorme cortile principale e il palazzo che si sviluppa intorno con le "solite" modalità minoiche.

Festo ha un'importanza notevole perché è il luogo di un ritrovamento unico nel suo genere.

Il "disco di Festo" è un manufatto in ceramica che riporta delle forme stampate su ambo le facce del disco. Il significato è ancora controverso, sembra si tratti di testi sillabici, ma non è stato ancora decifrato.

Il reperto oggi si trova oggi al museo archeologico di Heraklion.

Leggermente diverso è il sito di Agia Triada. In effetti sembra più probabile che questa fosse una lussuosa residenza estiva, al cui intorno prese vita una piccola comunità. Non mancano i soliti depositi di generi alimentari, le botteghe artigiane, i templi e la parte nobile del palazzo.



Una lunga via lastricata scende dalla collina verso est; questa, si ritiene, fosse la via di accesso al mare.

Girare per i numerosi siti archeologici di Creta più dar la sensazione di un "deja vù". Scavi spesso ridotti a rovine possono sembrare identici l'uno all'altro per cui, prima di avventurarsi nella visita, vale la pena perdere un po' di tempo giusto per collocare ogni sito al periodo e alla funzione che aveva avuto. Questo è l'unico modo per farlo rivivere in maniera suggestiva e che dà un senso alle visite.

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