Il Pilio, la mitica terra dei Centauri





















La mitica terra dei Centauri, il Pilio...


Il Pilio é una penisola un po' particolare, molto dipende dal fatto che si trova al di fuori delle rotte turistiche, quindi, chi arriva qui, ci viene proprio per cercare il Pilio. Difficilmente ci si arriva ignari di ciò che sia questa splendida penisola.
Però il Pilio esiste. Esiste almeno da 3.000 anni e in queste terre i mitici centauri sono stati raccontati in molte storie... in molti Miti, appunto.
La porta d'ingresso del Pilio é una città bruttina, caotica, architettonicamente "greca" in quanto i palazzi a balconate bianchi la tappezzano ossessivamente.
Il nome della città é Volos e attraversarla per addentrarsi in questa terra é tutt'altro che facile; semafori, auto parcheggiate fantasiosamente (parcheggi del tutto simili a tante città italiane), motorini che sfrecciano in ogni direzione e persone che attraversano ovunque fuorché sulle strisce pedonali, sono il biglietto da visita di Volos. Della periferia, almeno. Anche perché il centro città, quello che si snoda attorno al lungo mare, non é del tutto da buttare. Volos sarà la fine del nostro viaggio nel Pilio.

Il Pilio é una penisola impervia ed é difficile da esplorare perché in pochi chilometri raggiunge quote di tutto rispetto in un grande massiccio che costituisce una vera e propria barriera di protezione. L' unico habitat che sarebbe potuto esistere per la specie ibrida dei centauri.
Vi sorprenderà sapere che tutt'ora un certo tipo di centauri si "muovono" su questo lembo di terra. 
Sì, perché le tortuosissime strade che ammantano la penisola come una ragnatela sono la croce dei piloti su quattro o più ruote, ma sono la delizia dei piloti su due ruote. Centauri (moderni) appunto.


La penisola del Pilio si protende nel mar Egeo parallela alla costa, e protegge un piccolo e tranquillo golfo, il golfo Pagaseo (Pagastikós kólpos). Il versante del Pilio che abbraccia il golfo ha coste più dolci e, storicamente, era privo di paesi poiché i pirati saraceni potevano attaccarli facilmente. Per questo motivo le popolazioni che abitavano la regione preferivano rifugiarsi più in alto, sulle montagne.




La costa che si offre al mare aperto, invece, é molto più aspra e con versanti scoscesi, praticamente inattaccabili e costituivano la vera difesa contro i Turchi.
Tutta la penisola é cosparsa da fitti boschi di querce, faggi e castagni, ma anche grandi distese di ulivi che producono un olio dolce tipico della zona.
Nascosti tra questi boschi rigogliosi sembra vivano lupi, cinghiali, volpi e conigli, ma non ne ho mai visto uno. Quindi posso anche non crederci!
Credo, invece, perché le ho viste, che ci siano delle tartarughe tanto che ho rischiato di investirne una intenta ad attraversare la strada.
Credo anche che ci siano ancora i mitici centauri, sono qui per cercarli e sono sicuro che, prima di ripartire, ne avrò visto almeno uno. I miti non possono essere falsi visto che si tramandano da 3.000 anni.

I centauri dovevano avere vita facile in queste zone, anche perché una vasta parte del territorio era difficilmente accessibile dagli esseri umani tanto da lasciare gran parte della regione disabitata.
Al giorno d'oggi, invece, si tenta di incentivare il turismo indirizzando i villeggianti su percorsi che propongono spiagge (splendide), cultura (non molta, a dire la verità), gastronomia (ricca e calorica visto che il clima non é particolarmente caldo) e il piacevole contatto con la gente. Qui nel Pilio troverete la popolazione più cordiale e disponibile di tutta la Grecia... dicono, anche perché personalmente non ho mai avuto da lamentarmi dei greci.


COSTA OCCIDENTALE

Scendendo da nord sulla costa interna, si incontrano numerosi paesi di pescatori, frequentemente attraversati da piccoli corsi d'acqua che scendono dalle imponenti montagne alle spalle e che si gettano direttamente in mare. Torrenti che, anche in estate, portano una minima quantità d'acqua da aggiungere al mare.
Questi piccoli paesi offrono due particolarità all'occhio poco esperto di chi arriva qui per la prima volta: architettonicamente presentano le tipiche "case a torre" dove i primi due piani (quelli in basso) sono fatti in pietra con piccole finestre. Il terzo piano, quello più in alto, é costruito in legno e sporge dai piani inferiori; dispone di molte finestre e abbaini ed é adibito a ricevere ospiti.
Siccome molte case sono costruite su forti declivi, non é strano che abbiano un solo piano dal alto più vicino alla costa e anche tre piani sul lato che si affaccia alla valle.
Altra caratteristica di questi paesi é che tutti sorgono a stretto contatto con l'acqua, praticamente a bagno nel mare. Le piccole spiagge ne sono spesso ricavate all'ingresso o all'uscita.

Spiaggia di Afissos
 La costa é ricca di piccoli paesi, ho in mente soprattutto Afissos, dove sono caparbiamente voluto tornare dopo 3 anni, ma anche Kala Nera, Kato Gatzea, Malaki.
Ogni paese, ovviamente, ha i suoi ristorantini che offrono pesce fresco non necessariamente a buon mercato, ma sempre cucinato senza alterarne di troppo il sapore. Cucina semplice, appunto, con olio, aglio... ma che é possibile sempre addobbare con l'ottimo tzaziki (yogurt con cetrioli ed aglio, tipico di tutta la Grecia).



Anche l'entroterra ha le sue piccole perle in cui le "case a torre" ne caratterizzano l'aspetto. Milies e Vyzitsa su tutti.
Qui il pesce sembra non arrivare poiché i piatti tipici sono più carichi; salsicce e peperoni stufati con salsa di pomodoro (Spezofai) e l'immancabile e speciale Souvlaki: spiedino di carne (spesso maiale) insaporito con erbe.

Kalamos
Scendendo ancora verso sud si incontra la cittadina di Argalasti, vivace almeno durante la festa di metà agosto. Qui c'é l'unica farmacia della zona dopo quelle di Volos, ma da lì siamo distanti più un'ora di macchina...
Subito sotto Argalasti c'é una serie di spiaggette che vale la pena visitare. "Sotto" ha un significato geografico, nel senso che in pochi chilometri bisogna discendere una ripida costa per arrivare alle spiagge di Kalamos. Piccolo paese, anche questo, con pochi ristoranti, un paio di alberghi e qualche pensione. 
La spiaggia é piccola e subito a ridosso delle case; nei pochi centimetri di asfalto devono passare tutte le auto, perché altra strada non c'é. La spiaggia potrebbe diventare sovraffollata visto che sarà larga al massimo tre metri, ma non diventa mai invivibile, perché chi ha avuto l'ardire di arrivare fin qui é spesso curioso, e si lancia alla scoperta di altre spiagge, di altri paesi... del Pilio.
Il paesaggio é dolce, le colline morbide, il sole caldo (ma, anche in agosto, non scotta troppo)... ed é facile lasciarsi convincere ad andare oltre.


Scendendo ancora verso sud si arriva a Milina, dove gli ulivi arrivano direttamente in mare e dove le calette sono prese d'assalto da campeggiatori liberi e da famiglie greche.
Pochi sono i turisti europei che arrivano fin qui, ho contato un paio di famiglie di italiani, una di spagnoli, due di francesi... e poi... tutti greci! O almeno dei paesi balcanici.
Si, perché famiglie rumene e bulgare arrivano in macchina fin qui.

Milina é un po' il capolinea di questa penisola, anche se non é la cittàdina più lontana da Volos. Vale la pena arrivare fin quaggiù e fermarsi almeno una notte per vedere i fantastici tramonti che regala, colori forti che vanno spegnendosi nell'ultimo saluto quotidiano che il sole ci riserva. Anche per chi é esperto di tramonti qui troverà di che rimanere a bocca aperta.


Solo per i più arditi rimane da arrivare a Trikeri, sull'estrema punta dell'uncino che disegna il Pilio; separata da Milina da quasi un' ora di strada tortuosa, ma sufficientemente ampia. Arrivare a Trikeri non avrebbe nessun motivo se non per trovare un angolo remoto di Grecia, dove la gente ancora si sposta a dorso d'asino (non tutti eh!) e per cenare in qualche piccolo ristorante la cui terrazza si butta a picco sulla stretta porta del golfo Pagastiniko.

Siete dei veri e propri viaggiatori eremiti? Allora potete andare oltre. Con una barchetta si può raggiungere la piccola isola di Palio Trikeri, poco a nord di Trikeri; questa piccola isola conta poche decine di abitanti stabili, ai quali "dovrete spiegare perché vi siete spinti fin lì, ma una volta partiti dovrete spiegarvi perché ve ne state andando". ...io non l'ho fatto.

Spiaggia di Platanias


























Da Milina non é difficile raggiungere le spiagge che, dal versante sud, si affacciano sulla (pen)isola di Eubea e sulle Sporadi.
Splendida la spiaggia di Platania che, con la spiaggia gemella di Mikro, sono ancora un paradiso di pace ("chi é quel scemo che ci arriva...").


COSTA ORIENTALE

I giorni a disposizione non mi hanno concesso altrettanto tempo per risalire passo a passo anche la costa orientale come avrei voluto, per questo mi sono concentrato sulla parte più a nord, proprio per il contrasto tra l'alta montagna e il mare.

Ottima scelta in fatto di spiagge e panorami, ma che fatica guidare su queste mulattiere asfaltate!
La base per la scoperta del Pilio nord-orientale é stata l'atipica cittadina di Tzangarada. Un paese fuori dal comune perché nasce dall'unione di quattro diverse comunità, ognuna con la sua chiesa, con i suoi negozi, con i suoi ristoranti.

La più frequentata dai turisti é Agia Paraskevì con una bella chiesa ortodossa, ma soprattutto un enorme platano con più di mille anni di età. Il diametro del tronco misura 14 metri e la chioma proietta la sua ombra su diverse centinaia di metri quadrati.
La parte più trafficata é senz'altro quella attorno all'unica strada statale che serve la zona, qui c'é la solita piazza con la chiesa di Agia Kyriakì, invasa, per buona parte della giornata, dai tavoli dei tre ristoranti che la circondano.

Spiaggia di Mylopotamos
La zona, oltre ai piccoli paesi che punteggiano l'alta costa a picco sull'Egeo, é famosa per le spiagge. La più famosa é senza dubbio la spiaggia di Mylopotamos, che é anche la più prossima a Tsagkarada; una spiaggia che, comunque, va raggiunta in macchina su diversi chilometri di tornanti.

La spiaggia in sé é spettacolare, é accessibile solo scendendo la scogliera su due ripide scalinate e si apre come una spaccatura nascosta agli sguardi dei turisti. In realtà é l'unica spiaggia sovraffollata che ho trovato in Grecia. Per trovare un posto comodo non é molto difficile, basta arrivare in spiaggia prima delle 11, ora in cui i Greci si riversano in spiaggia. Attenzione, però. Poi non se ne andranno fino alle 19.

Devo essere sincero, non capisco molto tutta questa gente che é disposta a starsene pressata un giorno intero tra altri simili, immersa tra il frastuono. Oltre tutto, anche in piena estate, il sole tramonta dietro la scogliera poco dopo le 16... il gioco vale la candela? Personalmente non ci sono tornato se non di mattina presto per prendere qualche foto.





Spiaggia di Papa Nero
Poco più a nord di Tsangkarada ci sono altre splendide spiagge, molto meno affollate e caotiche e su queste mi sono concentrato per quasi una settimana.
Le più tranquille (anche perchè molto ampie) si trovano intorno a Agios Ioannis con la spiaggia omonima e quella di Papa Nero. La costa montuosa intorno alle spiagge é cresciuta nel corso degli ultimi anni con la costruzione di alberghi e ristoranti, ma la discreta tranquillità che si trova in spiaggia non fa pesare troppo l'alta presenza di turisti.

Paesaggisticamente ogni tornante che esce dai fitti boschi per affacciarsi sul mare merita una sosta per poterne godere a pieno. Ogni sera ci siamo concessi un aperitivo su una terrazza con lo spettacolo del mare e della montagna così intimamente uniti.

Non ci sono da fare molte visite strettamente culturali, qualche museo sulle usanze popolari, una vecchia scuola in cui studiò Rigas Fereos (un eroe locale protagonista della guerra per l'indipendenza), un giardino new age adibito a galleria d'arte... Poco altro ancora.


Alla fine del viaggio é avvenuto l'agognato incontro con un centauro. Non era in carne, zoccoli ed ossa, ma é stato comunque il degno coronamento di un sogno. Ho calpestato le sue strade, ho mangiato le sue primizie, mi sono bagnato nel suo mare e mi sono beato delle sue bellezze. Credo che un minimo di riconoscenza gli sia dovuta.

Si, perché ciò che mi ripaga raramente "appartiene" all'uomo. Tutto ciò che qui nel Pilio é esaltante é Natura.

Golfo Pagaseo (Pagasetic Gulf)


VOLOS

La strada per Volos rispetta le abitudini a cui questa penisola ci ha abituato. Salire fino a Chania (la località sciistica del Pilio) e ridiscendere verso il capoluogo della Tessaglia permette di scavalcare queste cime lasciando l'Egeo alle spalle per riabbracciare il Golfo Pagasico.

Volos

Una delle viste più spettacolari sulla città si ha dal magnifico paese di Makrinitsa, definito il "balcone del Pilio" proprio per la posizione in cui sorge.
Arroccato su un ripido versante di una collina lascia spaziare la vista su Volos e su tutto il golfo sottostante.
La piazza principale, quasi completamente all'ombra del caratteristico e secolare platano, é impreziosita dalla piccola chiesa di Agìa Panagìa.

Makrinitra
Le case a torre perfettamente restaurate ed il caos di autobus che scaricano orde di turisti poco fuori dal paese non fa scattare la famosa "scintilla" per Makrinitsa; un tipo di turismo di massa da cui tento di fuggire tutte le volte che posso. Visto da quassù, però, Il Pilio mi saluta con l'abbraccio del golfo e mi regala l'ultima vista di questi pendii coperti di vegetazione. Davvero uno spettacolo!


Come promesso l'ultima tappa é Volos. Una serie di ristoranti e un paio di chiese ortodosse sono lo scenario che si prospetta al turista che decide di trovare un parcheggio e fare due passi in questa caotica città greca. Decidere di fermarsi non significa necessariamente riuscire a trovare un posto per l'auto. I parcheggi sono un altro incubo di Volos, ma solo in estate.


Tutto quello che la città offre é distribuito sulle tre o quattro parallele al lungomare; quel che si nasconde é, più che altro, una città vissuta, piena di negozi radicati qui da generazioni. Ci sono le locande tipiche in cui si può bere Ouzo accompagnato da piccoli piatti serviti come aperitivo e che sarebbe oltraggioso chiamarli alla moda spagnola. Qui si chiamano Mezedes!

Ad una estremità della lunga camminata che costeggia il mare sorge lo splendido museo archeologico della città.

Le sale si aprono tutt'intorno alla sala principale che funge da ingresso, nel complesso sono raccolti i reperti trovati negli insediamenti che circondano la "nuova" Volos. Si tratta dei siti di Dimìni, Sésklo e Dimitrìas.
I manufatti esposti tornano indietro fino ad oltre 5.000 anni prima di Cristo, ben prima dell'avvento dell'epoca classica.
Tutti gli insediamenti sono localizzati intorno a Volos e nessuno si trova nell'angusta penisola da cui siamo appena tornati, a riprova del fatto che il Pilio fosse una terra inaccessibile.



Finisce qui la mia visita su questo piccolo lembo di Grecia; ne ero rimasto affascinato tre anni  prima, arrivando qui quasi per caso e anche questa volta mi sono trovato qui senza averlo programmato.
Le sorprese che il Pilio mi ha riservato riguardano soprattutto la Natura, ma il cibo e la gente del luogo ci hanno fatto compagnia quotidianamente.
A questo punto non oso salutare con un addio, perché come sono arrivato qui casualmente per ben due volte non mi fa escludere che potrà succedere ancora.

<<Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapevache non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.>> J.S.

A presto Pilio.

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