Da Delfi a Meteora - La Grecia centrale


Il santuario di Delfi, i monasteri di Meteora e la penisola Calcidica.

Ricomincia la risalita verso nord, la prima tappa è il Santuario di Delfi. 
Prima di raggiungere il sito, c’è un monastero che vale la pena di essere visto. Il luogo da visitare è un monastero dedicato a S.Luca (http://whc.unesco.org/en/list/537/).


Il monastero è stato insignito del riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO nel 1990.









Come ogni luogo di raccoglimento anche questa abbazia è costruita lontano dalla civiltà (quella di un tempo che si spostava a piedi o sul dorso di qualche quadrupede) sul versante di una montagna.

Il complesso ruota attorno al Katolikon (la chiesa che fa parte di un monastero) in puro stile bizantino con dei magnifici affreschi a ricoprire ogni centimetro di spazio disponibile e dei mosaici che ora riconosco di aver visto sui miei vecchi libri di storia dell’arte.

Tra i fantastici mosaici spicca quello in cui Gesù Cristo che compie il lavaggio dei piedi ai discepoli.



La cripta del monastero è il vero “pezzo forte”, quello che da solo vale la visita. L’ingresso è posto all’esterno della chiesa.
Questo è il luogo in cui Santa Caterina venne martirizzata e poi sepolta. Oltre la grande devozione d’intere famiglie che si avvicinano al sarcofago, l’ambiente colpisce per gli affreschi originali e in perfetto stato di conservazione che ricoprono alcune pareti.
Quello che rende il sito affascinante, oltre la struttura del monastero e della chiesa che lo domina, oltre la posizione su una valle profonda, è il fatto che qui arrivino pochi turisti. La maggior parte della gente che si trova qui è costituita da famiglie greche in visita a un santuario che, anche grazie a loro, trabocca di fede.



Santuario di Delfi


Il Santuario di Delfi è uno dei luoghi, qui in Grecia, dove la Storia è passata di sicuro.








Il santuario era un luogo in cui veniva venerato Apollo, patrono della poesia e provetto arciere, in grado di infliggere pestilenze ai popoli che lo avevano contrariato solamente scagliando una sua freccia.


Il motivo per cui Apollo era tra gli dei più venerati dell'Olimpo, è che  egli, nel suo tempio di Delfi, era venerato anche come dio oracolare, capace di svelare il futuro agli esseri umani tramite una sacerdotessa chiamata Pizia.

Il luogo su cui è stato costruito il santuario è di per sé affascinante, tutto il complesso è raccolto su un alto versante del monte Parnasso, di sotto al quale la valle scende ripida per almeno 500 metri.

I terrazzamenti su cui si sviluppa il complesso fanno sì che ogni umile visitatore, accedendo dal punto più basso, si trovasse sempre sovrastato dai maestosi templi che crescevano intorno alla “via Sacra”.
Come tutti gli altri siti che risalgono all’Antica Grecia, anche il Santuario di Apollo conserva ben poco in posizione originale. Sono rimaste in piedi alcune colonne del tempio principale, ma osservandolo dal terrazzamento superiore è possibile riconoscere gli ambienti che lo costituivano.


E’ stato invece ricostruito (con i pezzi originali) un tempio sulla via sacra che custodiva il tesoro di Atene, conteneva in pratica i voti fatti dagli ateniesi ad Apollo come ringraziamento per qualche indulgenza attribuitagli.


Nella parte più alta del santuario trovava parte il teatro e questo, come molti altri teatri in Grecia, ha conservato la gradinata principale per tutto l’emiciclo ma oggi, a fungere da scenario, c’è solo la maestosa valle che il santuario domina.
Nei due siti vicini al santuario (poche centinaia di metri) trovano posto altri templi o zone di sepoltura. Proprio in uno di questi siti si trova un “Tholos”, tempio circolare il cui significato resta ancora un mistero ma che, su milioni di foto tra libri e siti internet che rappresentano la Grecia antica, una buona parte rappresenta questo complesso di tre colonne sormontate da una trave.
Anche il museo del santuario è spettacolare, molto raccolto, ma le statue esposte sono di assoluto riguardo. C’è una sfinge originale, statua di un felino dal volto umano e ali pronunciate che accoglieva i fedeli all’ingresso del santuario.


Il santuario di Delfi era considerato nell’antichità il centro del mondo e proprio nel museo si conserva il cippo in pietra scolpito con dei drappi che indicava il punto da cui tutto il mondo (conosciuto) nasceva.





Esco dal sito che ormai è ora di pranzo, tutta la mattinata è “volata” nella storia, solo ora mi rendo conto che il sole a picco ed il caldo asfissiante mi stanno vincendo.

Sorrido pensando ai due giorni di mare che mi aspettano a Itea prima di rimettermi sulla strada, ho bisogno di sole, mare e … qualche birretta, se no, non è vacanza!


Due giorni di mare sono troppo lunghi per me, ma l’acqua limpida e il bar sulla riva mi aiutano a togliermi qualche soddisfazione. L’acqua trasparente nasconde una dura realtà: poche meduse (da venti centimetri) nuotano indisturbate… pazienza.












Per terminare con questo “tratto” di Grecia aggiungo informazioni su un  paese che ho scelto per una cena tranquilla in riva al mare: Galaxidi.

Si tratta di un piccolo paese in cui, fino a qualche decennio fa, doveva trovarsi solo qualche viaggiatore di passaggio e le pittoresche case di pescatori dovevano sembrare molto esotiche.
Oggi Galaxidi è trasformato in un paese di vacanzieri; la via più trafficata percorre il periplo tra il mare e il paese, tra yacht e taverne, tra turisti e ristoratori.
Passeggiare nei vicoli alla ricerca di qualcosa regala comunque magnifici scorci che la luce del sole, prossimo al tramonto ed i colori a tinte pastello delle case, rendono gradevoli. C’è persino l’illusione di trovare una magia che romanticamente si è spenta quasi del tutto, ma alla fine del giro, la certezza che il paese da sogno sia solo un vago ricordo è più che palpabile.

LOGISTICA DELFI:
ALLOGGIO: l’hotel che ho scelto per visitare la zona di Delfi si trova ad Itea, è il KALAFATI. La struttura sorge a 30 metri dal mare e la camera ha balconi che (dai piani alti) offrono la vista del golfo antistante. Il mare è bellissimo, anche le spiagge sono costituite da ciottoli arrotondati. Qui finiscono le note “normali”. La nota piacevole è rappresentata dal titolare,  il sig.Andreas, persona di una cordialità incredibile e sempre disponibile a darci consigli, cercare informazioni e fornirci anche un pasto squisito “tolto” dalla sua tavola.,
RISTORANTI: Sul lungomare vicino all’hotel c’è la Taberna Kavourakia. Ottimo pesce a prezzi contenuti (consigliato dal sig.Andreas).


I monasteri sospesi di Meteora, i centri dell’ortodossia greca.


Di nuovo sulla strada, questa volta per addentrarmi nell’entroterra alla scoperta dei monasteri di Meteora (che significa “sospeso in aria”).
Si tratta di uno dei più famosi centri religiosi della Grecia e di tutta l’ortodossia; dei ventiquattro monasteri costruiti su rupi a picco sulla valle ne restano solo sei, recuperati con lunghi lavori di restauro.

Il complesso dei monasteri e le strutture geologiche che li ospitano sono uno tra i paesaggi più spettacolari di tutta la Grecia, queste torri di pietra grigia sovrastano i due paesi di Kalambaka e Kastraki. Dai paesi si intuiscono appena le forme di alcuni di questi monasteri e la strada che risale agevolmente il pendio li presenta uno ad uno come splendidi gioielli incastonati nella roccia.





In una giornata ho scelto quelli che, dalle descrizioni della guida e dai suggerimenti del proprietario dell' albergo dove alloggiavo, mi sembravano i più “caratteristici”.
Il primo che ho visitato e che tutti visitano è il  monastero “Gran Meteora”, nel 1… vi si ritirò …  e donò al monastero tutti i suoi averi, per questo la ricchezza dei paramenti che lo contraddistingue ne fanno il monastero più visitato.

Vi si accede scendendo una scalinata abbastanza ampia per un centinaio di gradini, si attraversa un ponte e si continua a risalire su una ripida scalinata che a malapena permette il passaggio di due persone (una per ogni senso).
La faticata è ampiamente ripagata da un monastero che per le dimensioni assomiglia ad un borgo medievale, ad un castello con tanto di cittadella.
La chiesa in puro stile bizantino è fantastica con immensi lampadari in oro ed affreschi a riempire tutti gli spazi.



Degna di nota è la visita alla vecchia cucina del monastero e al giardino che si affaccia sulla valle. Un balcone sospeso ad almeno 60 metri sul vuoto regala la visione di Kastraki, giù nella valle e del monastero più vicino, quello di Varlaam.

Proprio Varlaam è la prossima meta e, nonostante sia distante solo poche centinaia di metri dal primo, i turisti che lo affollano sono solo un terzo rispetto al “grande Meteora”. 



Il Varlaam ha poco da invidiare al primo, di sicuro la ricchezza degli arredi è molto meno ostentata, ma gli affreschi che riempiono il Katolicon sono comunque fantastici. Tra questi affreschi ce n’è uno che rappresenta la il corpo senza vita di Alessandro Magno, raffigurato come uno scheletro sopra il quale si prostra un monaco.







Il resto del monastero ha ben poco da far vedere, mi accontento di affacciarmi sul vecchio montacarichi che per molti secoli ha costituito l’unico accesso ad ogni monastero di Meteora. 

Dopo Vaarlam mi dirigo al monastero della “Santa Trinità”, la scelta è ricaduta su questo monastero proprio perché presentato come il più isolato e nel quale l’atmosfera della vita monastica è la più “fedele” a quanto doveva essere qualche secolo fa.
La strada per arrivare è tutt’altro che semplice, ma la quasi totale assenza di turisti lascia la possibilità di sfruttare la scalinata “in solitaria”.

La zona in cui erano ricavate le celle dei monaci è stata completamente svuotata e ristrutturata lasciando una singola cella a memoria delle altre smantellate.

Anche in questo monastero la zona più sorprendente è quella della chiesa ortodossa, decorazioni a colori vivi e alcuni raggi di luce a dar rilievo a quella o quell’altra scena, fanno da contorno ad una ragazza inginocchiata ed assorta in preghiera.










In questa “ri-visitazione” della Grecia continentale ho riservato una parte a fine racconto in cui tratto di logistica, alberghi o ristorati che mi sono piaciuti. Per questo ristorante farò un' eccezione...
Il ristorante si trova nel piccolo paese di Kastraki, si chiama Paradisos e tutti i piatti che sono riusciti ad assaggiare sono un' esperienza di sapore mai provata in Grecia fino a questo livello.
L’originale Souvlaki di maiale, cotto allo spiedo sulla brace; carne tenera e insaporita con un ottimo olio di oliva. Verdure cotte dal sapore fresco, privo di sofisticazioni. La cortesia e la disponibilità dei ragazzi che servono ai tavoli valorizzano ancora di più un' esperienza di sapore che tutt’ora mi è sembrata unica.



Il tour sta volgendo al termina, una delle ultime tappe è rappresentata dagli scavi dell’antica Pella. Questa fu la città natale di Alessandro il Grande ed era la capitale del regno di Macedonia.


Gli scavi non è che offrano molto, se non due splendidi mosaici ma, trattandosi di scavi, il lavoro è ancora in corso.
Fantastico è però il nuovo museo, aperto da qualche anno e con una collezione di pezzi originali veramente impressionante. L’organizzazione e la disposizione dei pezzi nel museo è accattivante e, sebbene si visiti in poco tempo, lascia un bellissimo ricordo; assolutamente da vedere!



Riprendo la strada nel primo pomeriggio sotto un sole impietoso e mi dirigo verso il monte Athos. Le spiagge che si aprono sul versante orientale della penisola Calcidika sono splendide, mare cristallino e pinete che arrivano fino in acqua. Ogni scorcio che arriva al mare è degno di una cartolina.



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