Salonicco
Il tragitto pianificato prevedeva l’arrivo a Salonicco; questa città universitaria trabocca di vita nonostante il periodo di chiusura estiva degli atenei; il lungomare è gremito di locali e la piacevole passeggiata attraversa la città da levante a ponente.
In passato fu una città molto fiorente poiché si trovava sulla rotta per Costantinopoli (Istanbul) e per la via della seta. Da qui passavano migliaia di carovane che arricchivano la citta con un commercio fatto di articoli provenienti da tutto il mondo allora conosciuto.


In primis mi viene da ricordare la chiesa di Agia Sofia (Santa Sofia), questa è una sorta di riproduzione in scala dell’omonimo gioiello di Istanbul. In effetti le decorazioni interne lasciano a bocca aperta.
L’effetto è amplificato dal fatto che questa è la prima chiesa del genere che visito e l’impatto è feroce. Pareti ricoperte di affreschi colorati che spiccano su sfondi sempre a toni scuri, l’oro utilizzato ad illuminare le scene. Le icone, venerate al limite del fanatismo da chiunque entra in chiesa senza macchina fotografica e zaino in spalla, sono le “vere” immagine sacre bizantine. Posa rigida, sguardo serio e un’aureola dorata ad accendere ogni severo volto, tipico dell’ortodossia.
L’effetto è amplificato dal fatto che questa è la prima chiesa del genere che visito e l’impatto è feroce. Pareti ricoperte di affreschi colorati che spiccano su sfondi sempre a toni scuri, l’oro utilizzato ad illuminare le scene. Le icone, venerate al limite del fanatismo da chiunque entra in chiesa senza macchina fotografica e zaino in spalla, sono le “vere” immagine sacre bizantine. Posa rigida, sguardo serio e un’aureola dorata ad accendere ogni severo volto, tipico dell’ortodossia.
La torre bianca è il simbolo della città, si trova sul lato sinistro della città ed è resa visibile dal colore bianco (da qui il nome) dall’imponenza che presenta e dal netto contrasto con i palazzi che la circondano, tutti relativamente moderni.
La parte vecchia di Salonicco è arroccata sulla collina subito a nord del centro, ne fanno da cornice delle imponenti mura e la visuale dal lato orientale (in prossimità di un bastione) è utile per prendere le misure della città. Si riconosce la torre bianca e la zona dei musei, il centro intricato ed il porto. Ma anche il mausoleo e la porta di Galerio.
Attenzione a programmare le visite alle chiese di mattina, meglio se di domenica; gli orari di apertura dei luoghi sacri sono brevi e molto strani.
La chiesa di Agios Dimitros è la più maestosa della città.
La cripta, dove venne martirizzato Demetrio, è un luogo inquietante che conserva ancora le strutture del bagno romano dove avvenne l'omicidio.
Unico rimpianto che ho per Salonicco, non aver fatto in tempo a programmare la visita del museo. Purtroppo la mia guida riportava un orario di chiusura molto diverso dalle 15.00 reali; avrei dovuto chiedere informazioni. Sarà un motivo per tornare…
Logistica x Salonicco:
ALLOGGIO: ho alloggiato all’hotel Le Palace, tre i motivi che me lo fanno consigliare: 1) I letti comodissimi con materassi a 4 strati. 2) il bus n°78 da/per l’aeroporto passa proprio davanti all’hotel. La fermata è a pochi metri. 3) Subito dietro l’hotel c’è piazza Eleftherias da dove partono tutti gli autobus che servono la città. Inoltre, se prenotato in anticipo, è possibile trovare camere a prezzi bassi ed il personale è gentilissimo. Come pretendere qualcosa di più???
RISTORANTI: Ottimo il Dore Zythos vicino la torre bianca. Buona cucina e prezzi bassi.
L'Ouzou Melathron è un po’ turistico, ma la via dov'è collocato è molto piacevole (Karypi).
Mi è piaciuto molto l' Athivoli, ristorante che propone cucina cretese (non molto diversa dalla greca) piacevole e a prezzi ragionevoli. Il "quartiere" dove sorge è un susseguirsi di bar, pub e ristoranti molto frequentato (Katouni).
L'Ouzou Melathron è un po’ turistico, ma la via dov'è collocato è molto piacevole (Karypi).
Mi è piaciuto molto l' Athivoli, ristorante che propone cucina cretese (non molto diversa dalla greca) piacevole e a prezzi ragionevoli. Il "quartiere" dove sorge è un susseguirsi di bar, pub e ristoranti molto frequentato (Katouni).
E’ il giorno del mio compleanno e il programma prevede un trasferimento in macchina per i primi due giorni di relax al mare, meta designata: la penisola del Pelion.
Ho scelto Afissos, posto più o meno a metà della penisola sul lato interno del golfo di Volos (Pagasitikos kolpos) e con la possibilità di raggiungere l’altro versante in poco tempo e qualora ne avessi avuto voglia.
La partenza da Salonicco è avvenuta con un po’ di ritardo per un inconveniente al mezzo noleggiato (non funzionava l’accendisigari e il navigatore avrebbe resistito poco con la sola batteria), un’ora per sostituire il mezzo e via, verso il mare.
La mia Opel Astra dichiara 180.000km e li dimostra, ma fortunatamente non avrò a lamentarmene per tutti i 2.200 km percorsi.
Il paesaggio è suggestivo, non come me lo sarei immaginato, non ci sono cime dolci e arrotondate come il cartone animato “Pollon” suggeriva (cartone animato che ho sempre detestato). La cima della montagna è uno scoglio di roccia grigia che spicca tra le più basse e rigogliose cime che gli fanno da contorno.
Il punto di partenza per le escursioni al Parco Nazionale del monte Olimpo è il paese di Lithochoro. La sosta giunge precisa per un pranzo veloce e l’acquisto di una mappa dei sentieri sul monte Olimpo e la promessa di ritornare con scarpe da trekking, borraccia e zaino in spalla.
Ripartire dopo pranzo con 40°C non mette tanta allegria e l’autostrada che lascia la costa per addentrarsi nell’entroterra percorre spazzi brulli e bruciati dal sole. I boschi del monte Olimpo sembrano lontani centinaia di chilometri e quando si lascia l’autostrada a Volos l’ambiente è desolante.
I peggiori presentimenti si fanno strada, forse con il Pelion ho sbagliato qualcosa…
Appena superato l’abitato di Volos, la strada serpeggia percorrendo il periplo della penisola, l’acqua del mare sembra un miraggio, un azzurro cristallino si accende sotto un sole quasi a picco. Alla mia sinistra le colline scorrono veridissime di una vegetazione viva e lussureggiante.
Non sembra vero, in 10 km il panorama si è modificato completamente. Forse questo Pelion è una scelta azzeccata…
Così è, i due giorni di relax corrono velocemente e non mi passa per la testa di allontanarmi dal paradiso di Afissos.
Già, qui al Pelion ho trovato un altro luogo in cui vale la pena tornare e tornare. Magari per sempre.
La piccola baia all’ingresso del paese e le case bianche che cadono dalla ripida collina fino in acqua sembrano uscite da un sogno.
Il contatto tra le case e il mare è mantenuto tramite un muro di cemento che funge da approdo per le piccole barche e da trampolino per i bagni in un’acqua limpida.
Poco più a sud si apre una spiaggia di fine ghiaia gestita da alcuni bar.
A completare l’atmosfera da sogno c’è la residenza scelta per la vacanza, una casa “tipica” della zona con mura spesse e travi di legno a vista a modellare balconi e tettoie. La casa si trova a 150 metri dall’acqua, ma tutta la distanza è coperta da scalini anche abbastanza scoscesi.
La vista dal balcone toglie il fiato e la quiete serale promette una vita rilassata. Si! Questo è un altro paradiso.
Particolarmente bello il golfo di Maliakos, le cui acque cristalline arrivano fin quasi alla città di Lamia. Il contrasto del blu intenso che si trasforma in azzurro sotto costa e dal quale si innalzano colline con una vegetazione di un verde smeraldino rendono ancora giustizia al faticoso compito della guida.
LOGISTICA pen.PELION:
Alloggio: ad Afissos ho dormito in una guesthouse che si chiama Agnanti. Bellissima struttura a 200 mt dal mare (tutto in discesa, però).
Pasti: Ad Afissos ho mangiato molto bene al ristorante “Os Faros”, proprio sul lungomare.
Durante un’escursione al villaggio di Vizitsa ho mangiato al ristorante Georgaras. Prezzi contenuti e ottimo cibo, anche se un po’ pesante (lo Spetsofai è pesantissimo, uno stufato con salsiccie e peperoni).
In spiaggia ho mangiato spesso al Marabou, bar che serve insalate fresche, frutta e qualche piatto più complesso.
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